La grande espansione
Antonio Falchetti per Codogno non ha rappresentato solamente la Meccanotecnica Codognese. Nel 1958 fonda l’Associazione Autonoma Artigiani di Codogno e Mandamento: ne rimarrà presidente per ben diciannove anni, fino alle dimissioni rassegnate nel 1977 per motivi di salute. Insignito il 2 giugno del 1972 dell'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, Antonio si ritira nel '77 nella tenuta agricola toscana della moglie, dove si spegne nel 1981.
Meccanotecnica, intanto, ha continuato il suo percorso di crescita. Umberto e Giuseppe Falchetti iniziano presto a pensare alla realizzazione di una nuova sede e, nel 1978, danno il via ai lavori per la sua costruzione nella zona industriale di Codogno. Poco dopo, nel 1979, Meccanotecnica diventa una società per azioni. Di quel periodo è anche la costituzione delle società Stabak e Cablat: entrambe realtà che, in seguito, verranno inglobate nell’azienda.
Nel 1983 avviene il trasloco nella nuova sede, un edificio di 11.000 m2 su una superficie di circa 100.000 m2. Con il trasferimento nella nuova struttura, l’azienda compie un ulteriore salto di qualità, ampliando l’attività ad altri componenti.
Nel 1989 Antonio Falchetti, classe 1963, ancora fresco di laurea in ingegneria meccanica inizia il suo percorso professionale nell’azienda di famiglia, affrontando subito un compito ambizioso, affidatogli dal padre Umberto. C’è bisogno di un ufficio dedicato alla progettazione dei componenti: viene, dunque, messa in atto una separazione tra la progettazione degli stampi e quella dei componenti e viene adottato il moderno software CAD/CAM, necessario alla produzione (attraverso macchine utensili) assistita da computer. Questa strategia si rivela vincente perché mette Meccanotecnica nelle condizioni di offrire al cliente un “ciclo completo”, comprendente progettazione, industrializzazione, collaudo e produzione dei componenti: ciò che oggi si definisce “one stop shop”.